STAMPA
LA BIODINAMICA IN CONCRETO: RIPORTARE IN VITA UN TERRENO MORTO
“Con una mucca sopra e una sotto”
Prendere un terreno “morto” e portarlo a nuova vita. Magari nell’arco di 20 anni. E’ quanto è riuscita a fare l’Azienda San Cristoforo nelle campagne di Gambassi Terme. Il tutto seguendo i principi della biodinamica. E non è un giudizio soggettivo, ma come spiega il titolare dell’azienda, Franco Pedrini, i parametri oggettivi per capire la qualità di cosa si sta facendo, ce li dà la terra stessa.
Applicando i concetti di Steiner che, dice Pedrini, “sono facilmente acquisibili dagli agricoltori”, abbiamo realizzato un’azienda agricola intesa come organismo agricolo autosufficiente.”
“In 20 anni che siamo qui abbiamo fatto un lavoro partendo come pionieri, da un terreno nudo, da un terreno che era morto e abbiamo fatto uno studio e un lavoro pratico con l’introduzione degli animali per avere il compost e l’uso dei preparati biodinamici che sono fondamentali per il ripristino di una vera fertilità del terreno.” Il risultato? Dalle ultimi analisi è emerso che il terreno 20 anni fa aveva lo 0,6% di humus e ora, a settembre, da due campionature, dove sorge il frutteto, il terreno dell’azienda San Cristoforo è arrivato al 6 e anche al 7% di humus.
“Il concetto di humus -continua Pedrini- è basilare per fare agricoltura. La biodinamica ha bisogno di terreni sani, vivi, viventi e per produrre degli alimenti di qualità è fondamentale che il contadino capisca questi processi e agisca nel modo giusto sia lavorando il terreno sia con le concimazioni.
Il metodo Steiner è un principio non solo tecnico ma un principio di osservazione della natura in modo più approfondito di quello che avviene nel sistema chimico industriale, in cui il terreno è visto come un supporto cui si aggiungono azoto, potassio, sostanze minerali e acqua.”
Il discorso dell’agricoltura biodinamica è invece completamente diverso. All’azienda San Cristoforo, “abbiamo cercato soprattutto di partire con lavorazioni giuste nel terreno, in modo che l’aria entri nella terra. Poi abbiamo cercato di introdurre delle leguminose con delle rotazioni e dei sovesci. E poi abbiamo introdotto dei preparati biodinamici che lavorano su questa parte dinamica del terreno.”
La parte dinamica è quella meno considerata ufficialmente, ma è quella più importante perché quando si avvia il processo dell’humus, poi la terra richiede molto meno lavoro e i risultati sono eccezionali.
Ma cosa si intende esattamente per “dinamica”? “Dinamica -risponde Pedrini- sono tutti i processi della vita del terreno. Nell’azienda biodinamica diciamo che bisogna avere una mucca sopra e una sotto, che non si vede ma c’è. Se noi apriamo una zolla, vediamo che ci sono i lombrichi, se facciamo le analisi troviamo che ci sono i microorganismi, troviamo quelle sostanze che portano alla vitalità del terreno.”