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Il successo del biodinamico alla Colombaia di Capua: e la Terra dei Fuochi si restringe.
A Capua, a soli 20 chilometri dall’epicentro della Terra dei Fuochi si trova l’azienda agricola de ‘La Colombaia’, che, con i suoi settecento anni di storia familiare, il passaggio al biologico nel 1994 e la graduale conversione al biodinamico nel 2006, si è imposta come modello di produzione ricca, sana e vitale per circa 130 ettari. “E’ la dimostrazione – spiega l’amministratore di Colombaia, Enrico Amico – che la cosiddetta dei Terra dei Fuochi, dove bruciano i rifiuti a cielo aperto, non si estende certo da Napoli a Caserta o, ormai a tutta la Campania, come invece si capisce dai telegiornali“.
“E’ stato fatto tutto un grande chiasso -continua Amico- dal punto di viste mediatico per un inquinamento che certamente c’è, ed è gravissimo, ma che è legato a pochi ettari di terreno“.
Questa porzione di territorio eletta dai casalesi a maxi discarica abusiva e immortalata da Roberto Savino in’Gomorra’ “è ben individuata all’incirca dal 2000, ma, non si sa perché adesso c’è tutto questo accanimento mediatico“. Con la conseguenza di gettare fango su quanti, come l’azienda Colombaia, producono ortaggi di qualità eccellente.
Vari, in questi anni, sono stati i terreni che la Procura ha posto sotto sequestro, salvo poi doverli dissequestrare per l’evidenza delle analisi negative svolte dai periti più diversi, compresi quelli dell’Arpac, l’agenzia regionale di protezione ambientale. E non bastano questi controlli, di routine, che avvengono due tre volte l’anno: alla Colombaia sono abituati ai controllori, davvero super partes, dalla Germania o dall’Inghilterra, tenuti a verificare la salute delle acque e del suolo, sottolinea Amico, “a prescindere dalla Terra dei Fuochi”. E non è solo una provocazione, quando l’amministratore della Colombia ricorda: “vogliamo parlare della pianura padana? Che tasso d’inquinamento c’è lì, con i nitrati 10 volte sopra la norma?“.
Niente parla meglio delle immagini girate alla Colombaia dalla trasmissione Geo & Geo:
http://www.lacolombaia.it/prove/lacolombaia%20Geo&Geo-0.flv
E così, mentre l’azienda resta da sempre affiancata dalla Facoltà di Agraria di Napoli, gli ortaggi di quarta gamma che finiscono nelle insalatine imbustate continuano il loro fortunato viaggio nell’export, grazie anche alla conversione al biodinamico che, ad Amico, ha permesso di “raggiungere la consapevolezza che era possibile ridare al terreno tutte le sue proprietà“. Un terreno molto più fortunato di quello che sembra, grazie alla “ricchezza straordinaria del suolo vulcanico e dal clima ideale“. “Proprio raggiungendo l’aumento di humus e il rispetto delle rotazioni la nostra azienda non è rimasta in balia dell’onda mediatica che ha non risparmiato altri coltivatori“, conclude Amico.
Per ogni info: www.lacolombaia.it