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Manifesto Appello AGRICOLTURA SOS dal 33° Convegno Internazionale di Agricoltura Biodinamica

AGRICOLTURA SOS
Manifesto appello del Convegno internazionale
“Oltre Expo. Alleanze per nutrire il Pianeta. Sì è possibile”
Milano, 20-22 febbraio 2015

L’agricoltura è oggi chiamata a svolgere un ruolo guida per gli indirizzi ispiratori della vita del Pianeta. Essa è una fonte di innovazione indispensabile, non solo in termini tecnologici, ecologici e paesaggistici, ma anche e soprattutto per una sana vita sociale. È la società civile a lanciare un appello urgente al mondo agricolo.
Proprio dal mondo rurale, infatti, proviene oggi, più che altrove, un fermento di futuro e una grande aspirazione al cambiamento, che portano a costruire un nuovo modello agricolo e sociale.
Questa azione è parte dell’identità stessa dell’agricoltura. Lungi dall’essere solo espressione di un processo produttivo, l’Agricoltura è un fatto sociale. Da sempre è stata costruttrice e presidio del territorio e delle relazioni umane, provvedendo alle sfere giuridica, culturale ed economica: ha regolato la convivenza, ha generato cultura, ha sostenuto l’economia. Queste funzioni costitutive dell’agricoltura, le vanno riconosciute, a partire dalla centralità dell’agricoltore, donna e uomo, e della realtà agricola che egli cura.

Il giusto prezzo
Il primo riconoscimento deve intervenire in termini di giusto prezzo dei prodotti agricoli, ossia un prezzo che permetta all’agricoltore di esprimere i propri talenti e di continuare al meglio il proprio lavoro. I frutti provenienti dall’agricoltura, per i quali l’agricoltore dovrà ricevere una giusta remunerazione, non sono solo gli alimenti e le materie prime, ma anche i mezzi di produzione e i presidi tecnici, le varietà e le razze agricole, la biodiversità ambientale, la fertilità del suolo, il presidio contro l’inquinamento, la conformazione e la manutenzione del paesaggio, il sostegno a piante e animali, l’accoglienza dei viaggiatori, la ricerca applicata, la cura e la formazione dell’essere umano che vive nel territorio rurale. Tutti questi effetti vanno ricondotti finalmente al merito dell’agricoltura, gli vanno riconosciuti come suo patrimonio e compito.
L’economia che non rimette all’agricoltore il giusto valore della sua funzione, è destinata a uccidere. Un esercito sterminato di esseri umani condannati alla morte per fame e alla malnutrizione ci impongono di rivedere il modello agricolo contemporaneo. Sorga dunque un’alleanza economica basata sulla solidarietà tra cittadini e contadini e ci si diriga verso un’agricoltura sana, ecosostenibile e con un’anima. Il mondo del commercio non spinga alla separazione e alla competizione e onori invece il suo compito originario di sostegno pratico di questa alleanza.

Il patrimonio indisponibile dell’agricoltore
L’agricoltore deve avere accesso alle risorse della sua terra e conservare il controllo dei mezzi che servono al suo lavoro. I semi, le varietà e le razze agricole, l’humus dei campi, il paesaggio stesso sono il prodotto antropico di secoli di lavoro e ricerca del mondo rurale. Il benessere di tutti gli esseri viventi può essere garantito dalla consapevolezza dell’agricoltore che ha legato il proprio destino alla sorte degli esseri viventi che cura. Lo sfruttamento crudele degli animali trasforma questi in competitori alimentari dell’essere umano, sottraendo risorse vitali alle popolazioni del Sud del mondo. Gli agricoltori sanno custodire il patrimonio genetico della tradizione, coltivarlo e allevarlo con equilibrio e possono innovarlo sulla base delle aspirazioni degli esseri umani contemporanei. La distruzione e l’appropriazione da parte di pochi della biodiversità agricola, frutto del lavoro di miliardi di esseri umani in migliaia di anni, è ingiustificabile: rende schiavo l’agricoltore, impedisce un processo sociale fruttuoso e riduce il patrimonio genetico del Pianeta.

Per una ricerca cooperativa
La tecnologia agraria è sorta molto prima del metodo scientifico. A una cultura sapienziale vanno attribuiti meriti straordinari, primo fra tutti quello di aver sfamato per migliaia di anni il mondo in modo sostenibile, ecologico, accrescendo la biodiversità. Oggi che la cultura scientifica ha assunto il compito di guida, non devono mancare le risorse per una ricerca generata anche da aspirazioni e bisogni degli agricoltori e partecipata con pari dignità dal mondo rurale. Ci sono grandi prospettive per migliorare e intensificare gli effetti del lavoro agricolo. Il sapere contadino e quello accademico devono trovare un’alleanza intorno alle prospettive di una ricerca che supporti gli agricoltori nelle pratiche sostenibili e valorizzi i saperi scientifici su saggi fondamenti epistemologici. Si impedisca anche così il prevalere di un paradigma scientifico condannato ad avvilire e distruggere gli oggetti e gli esseri viventi caduti sotto il proprio dominio e si punti a
modelli e metodi della ricerca adatti alle esigenze del presente.

L’agricoltura custodisce salute e nutrizione
Salute, buona alimentazione e qualità dell’ambiente sono connessi.
Le catene alimentari tengono in relazione tutti gli esseri viventi, che mangiano e sono mangiati. Il mistero di questo sacrificio reciproco è stato custodito dalla cultura alimentare, generata e assicurata storicamente dal mondo agricolo. Grazie a questo la semplicità dei consumi, la saggezza alimentare e la sacralità del cibo sono stati alla base di una buona alimentazione. La preparazione alimentare, affidata in larga parte all’impegno quotidiano della sapienza femminile, è parte del processo agricolo e ne orienta il carattere. I semi stessi in agricoltura hanno la doppia valenza di riprodurre e di nutrire. La mancanza del valore nutrizionale e di una cultura del cibo uccide oggi le popolazioni povere per carenze e quelle ricche per eccessi. Saggi protocolli alimentari e sensate pratiche gastronomiche costituirebbero il primo atto per
orientare l’agricoltura verso un nuovo modello. L’inquinamento dell’ambiente causato dei principi attivi dell’industria, sparsi sui campi in modo dissennato e affluiti nelle falde acquifere, nei suoli e nella catena alimentare, costituisce una causa importante di patogenesi. Ci sono paesi con diverse centinaia di siti gravemente inquinati, le cui condizioni resteranno pregiudicate per tempi lunghissimi, impedendo persino la permanenza delle popolazioni sul posto. La scelta di un modello agricolo ecologico, come l’agricoltura biologica e biodinamica, eliminerebbe simili problematiche. La ricerca intorno alle gravi malattie degenerative, endemiche nei nostri tempi, dovrebbe occuparsi di individuare indirizzi chiari per la salute
dell’uomo in relazione alle pratiche agricole contemporanee.

Saperi rurali per l’innovazione
Arte e cultura del mondo agricolo sono testimoniate da un lascito imponente e devono tornare a parlare dalla vita agricola. Il mondo rurale ha prodotto conoscenze e competenze, modi di essere e capacità di adattamento. Si tratta di un patrimonio di conoscenze immenso che deve poter contribuire al dibattito sulla modernità. La capacità del mondo agricolo di generare cultura non è riducibile a una rappresentazione folcloristica.
La formazione e la cultura agricole possono dare un impulso fondamentale al cambiamento. Occorre un impegno straordinario perché i saperi rurali siano vitali e vengano trasmessi alle generazioni future. Non disponiamo di molto tempo, se vogliamo che in questa azione siano attivi gli agricoltori. La stessa formazione alla manualità può costituire un modello per il cambio di approccio dell’istruzione e della formazione. L’organizzazione in senso duale della formazione e dell’istruzione, che confronti mondo delle professioni, della formazione e la vita culturale, potrà eliminare la perniciosa gerarchia sociale giocata in funzione dei successi scolastici e valorizzare tutti i percorsi di apprendimento, avendo come focus l’essere umano e non i programmi.

Beni culturali e mondo rurale
Il paesaggio è stato in gran parte plasmato dal mondo rurale. Beni culturali di grande valore sorgono nel contesto agricolo, in realtà agricole a corpo unico. Tali beni vanno tutelati, salvandoli con il loro contesto, tutelando il paesaggio e la sua natura agricola. Occorre scongiurare le alienazioni e gli scorpori dei beni. Le realtà agricole costituiscono un patrimonio da salvare nella loro integrità, con il loro corpo articolato e i loro diversi organi. Una realtà agricola che coltivi le terre, valorizzi il patrimonio e ospiti attività culturali vedrà la collaborazione degli agricoltori, degli artisti, degli storici dell’arte e di coloro che sono impegnati nella salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali.
Gli ambienti delle aziende agricole storiche vanno reimpiegati per nuove funzioni. Occorre fondare una nuova architettura degli ambienti agricoli. L’architettura rurale, saggia, bella e organica al processo agricolo, è scomparsa per lasciare posto a capannoni industriali e cantine di design. Va ricostruita una saggezza degli ambienti, attraverso un’architettura organica e vivente sorta da un nuovo modello agricolo.

L’agricoltura è sociale
Il mondo agricolo ha sempre presidiato i problemi sociali. Dall’impresa agricola sociale potrà ripartire un nuovo modello economico. La solidarietà e la cura della persona, la tutela degli anziani e dei disabili, la regolazione dei rapporti, l’inclusione delle devianze sono state gestite dal mondo rurale, come suoi compiti storici. Solo una riduzione dell’agricoltura a fatto economico, intervenuta con l’industrializzazione, ha spinto a considerare esterne queste occupazioni agricole tradizionali. L’agricoltura è un fatto sociale e presidia non solo la sfera economica, ma anche quella giuridica e culturale. La capacità di operare dove esistono esclusione e criticità sociali è una risorsa per la civiltà, tale da intervenire positivamente sui problemi e accogliere giovani e adulti a rischio esclusione, anziani, detenuti, disabili, riducendo il carico delle istituzioni totali. Dall’organizzazione in senso sociale dell’agricoltura possono essere concepiti modelli virtuosi esemplari i cui effetti porteranno cambiamenti rimarchevoli in altri settori e nell’organizzazione pubblica.

Le alleanze per costruire il futuro
Per sua natura l’agricoltura opera in relazione col mondo dell’artigianato, del commercio e dei servizi. Solo una visione aperta e collaborante potrà migliorare le condizioni generali di vita e lavoro. Gli agricoltori sono essi stessi interpreti dell’attività manifatturiera e la valorizzazione economica delle produzioni agrarie avviene primariamente con la trasformazione e la commercializzazione. Se la trasformazione e il commercio resteranno processi sottratti all’atto agricolo, l’agricoltura non sarà sostenibile. I ricavi di queste attività devono tornare in agricoltura, come scelta necessaria per permetterne la sussistenza. Da una simile gestione equilibrata sorge un’economia che finanzia la cultura e l’arte sul territorio. Questo complesso armonico potrà costruire un territorio accogliente e attraente. Un paesaggio agrario con un simile carattere armonico, di innovazione sociale e cultura dell’ambiente, costituirà un polo di attrazione e un bacino capace di moltiplicare i flussi turistici di un paese.
Occorre guardare con attenzione al mondo industriale che opera per uno sviluppo ecologico delle nuove tecnologie, come un potenziale alleato degli agricoltori. Anche per questo occorre evitare la sottrazione di terreni ai processi agricoli, per produrre biomasse o realizzare impianti a fini energetici. Occorre invece puntare su tecniche dolci, che aiutino l’agricoltore nel suo lavoro.

Fare sistema
Nessun agricoltore, neanche se bravo imprenditore, può farcela da solo. La migliore realtà agricola, il più attraente degli agriturismi, lo spaccio aziendale più fornito sono a rischio se non hanno intorno un sistema paese efficiente. Le politiche agrarie degli Stati, quelle sovranazionali e i sostegni economici non devono inquinare il mercato e la qualità del lavoro, ma anzi devono sostenere il merito e ripagare l’agricoltore per l’opera che svolge a difesa del territorio, se sceglie di praticare un’agricoltura senza compromettere l’ambiente, usare pesticidi e concimi artificiali, danneggiare le risorse ambientali. Occorre un’azione di sistema che è compito della sfera giuridica. La politica crei le condizioni sul territorio e diriga i cambiamenti istituzionali come laboratorio per il giusto rapporto città campagna. L’arrivo di merci agricole da mercati lontani ha assunto dimensioni enormi. Tale fenomeno è sostenuto da incentivi, riduzioni, accordi di scambio e trattati internazionali che falsificano i costi reali di trasporto e programmano artificialmente i flussi delle merci tra Stati. Insieme a questo va considerato che le condizioni di sfruttamento degli agricoltori e la mancanza di diritti umani in tanti paesi sono una condizione necessaria per l’importazione di merci a prezzi ridotti. Si crea così una concorrenza sleale e si determinano gravi problemi alle produzioni locali, mettendo in scena solo la recita di un libero mercato.
D’altra parte la burocrazia divora spesso risorse enormi, condannando l’agricoltore al mantenimento di rituali ridondanti, che non gli appartengono e trasforma lo Stato in nemico. L’azione pubblica dovrebbe poter accompagnare l’agricoltura senza condizionarla dall’esterno.

La bio agricoltura a servizio della Terra
Vi sono pratiche agricole d’eccellenza, volte all’innovazione e ai sani equilibri nella natura e nella società. Esempi come quelli dell’agricoltura biologica biodinamica devono essere di sostegno agli agricoltori in generale, per elevare tutto il sistema, impegnato a fronteggiare limiti ormai insostenibili. Non ci siano quindi divisioni tra agricoltori, ma una direzione consapevole per riscrivere nella pratica i capisaldi di un nuovo modello agricolo. L’azione del comparto agroindustriale dovrà essere riconvertita per essere al servizio di un’agricoltura sana. Il motore del processo agricolo deve essere l’agricoltura stessa. Abbiamo bisogno per questo della partecipazione attiva degli agricoltori, di una grande convergenza di idee e azioni per declinare in modo esemplare una nuova coesistenza sociale. Nel mondo agricolo si vedono i segni di un cambiamento che occorre cogliere. È un fermento, un lievito di grande qualità. Ma ciò avverrà se sarà riconosciuta la pari dignità del mondo rurale, se cesserà la discriminazione dei saperi e si chiamerà a raccolta il mondo dell’agricoltura per soccorrere il Pianeta. Davanti ai processi di distruzione in corso, un mondo tramonta.
Alcuni semi per la vita possono essere generati dall’agricoltura e consegnati al futuro che sorge.

Carlo Triarico

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